7. LE ABITAZIONI IN AFRICA
Un percorso alla scoperta della loro molteplicità
L'architettura africana presenta una grande varietà di forme, che riflette sia la complessa storia delle popolazioni che abitano questo continente e il loro adattamento alle diverse condizioni ambientali delle singole regioni, sia la creatività e l'originalità di ciascuna popolazione. Si tratta di un'architettura caratterizzata soprattutto dall'uso di materiali leggeri (canne, legno, fango) e meno frequentemente della pietra.
Gli edifici possono avere pianta circolare, quadrata o rettangolare, variando da semplici ripari emisferici di frasche, come le abitazioni delle popolazioni Khoisanidi (Boscimani), ai grandi palazzi conici di canne dei sovrani del Buganda e del Bunyoro (Africa orientale), con diametro di 10 m e altezza di 6-7 m, fino alle grandi moschee di fango del Sahel occidentale o di muratura della costa orientale.
In genere le abitazioni possono essere isolate oppure circondate da un recinto che può racchiudere una o più capanne con granai e recinti per animali, formando così un complesso.
La loro organizzazione spaziale varia notevolmente in base allo stato sociale dei proprietari e al tipo di economia praticato.
La consuetudine di decorare le abitazioni non è molto diffusa nell'architettura tradizionale africana; esempi di rilievo si hanno tuttavia nell'Africa occidentale, nella media valle del Nilo e nell'Africa australe.
La terra è di gran lunga il materiale da costruzione maggiormente utilizzato nel continente africano.
Il gruppo etnico dei Musgum, nell’estremo Nord del Camerun, ad esempio, costruisce le caratteristiche case ad obice con il fango compresso ed essiccato allo spietato sole dell’Africa.
Con le loro curve sagomate con le mani, queste abitazioni imitano strutture organiche simili a conchiglie.
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