3.3.3. Il regime di Gheddafi (1969-2011)
Nel 1969 il paese fu ribattezzato Repubblica araba di Libia e Mu'ammar Gheddafi resse il governo provvisorio, che avviò un programma di nazionalizzazione delle grandi imprese e dei possedimenti italiani, chiudendo
inoltre le basi militari statunitensi e britanniche.
Nel 1970 i beni degli italo-libici furono confiscati, e gli stessi cittadini furono costretti a lasciare il paese entro il 15 ottobre del 1970.
Nel 1977 grazie ai maggiori introiti derivanti dal petrolio, Gheddafi poté dotare il suo Stato di nuove strade, ospedali, acquedotti e industrie. Sull'onda della popolarità, nel 1979 rinunciò a ogni carica politica, pur
rimanendo l'unico leader del paese con l'appellativo di "guida della rivoluzione".
Nello stesso periodo la Libia viene coinvolta in un conflitto di frontiera contro il Ciad per il possesso della striscia di Aozou che venne risolto pacificamente nel 1994.
Negli anni ottanta, la Libia di Gheddafi si configurò come "Stato canaglia", sostenitore di gruppi terroristici quali l'irlandese IRA e il palestinese Settembre Nero. Gheddafi fu progressivamente emarginato dalla NATO, e,
in reazione all'attentato alla discoteca di Berlino del 1986, il 15 aprile dello stesso anno, Tripoli venne bombardata dai caccia americani, attraverso l'Operazione El Dorado Canyon. Per reazione la Libia rispose con uno
sterile attacco missilistico contro Lampedusa.
Gheddafi